Risalente con ogni probabilità al periodo carolingio, la Pieve di San Pietro a Vaglia compare già in un atto del 983 in cui l’imperatore Ottone II conferma i possedimenti del capitolo fiorentino. Già a quel tempo questo luogo era un punto di riferimento, non solo per le funzioni religiose, ma un punto di aggregazione e soprattutto di accoglienza per i pellegrini e i viandanti tanto da rimanere, attraverso i secoli, il centro per lo sviluppo di agglomerati urbani che porterà alla formazione dell’intero comune. In origine la Pieve doveva essere più semplice ma più ampia, l’edificio attuale è il risultato di una profonda ristrutturazione terminata nel 1789. Alla Pieve è legata anche la figura del pittore Angelo Nardi detto da Razzo ( 1584- 1660) nato a Vaglia ma trasferitosi in Spagna per lavorare alla corte di Filippo IV, alcune tele presenti in canonica sarebbero a lui attribuite. Tra le opere d’arte presenti una “Madonna del Rosario” di Pietro Confortini del 1609, alcune opere di Domenico Pugliani nativo di Vaglia come la bellissima Croce processionale con i Misteri del Rosario e raffigurazioni su tela di San Pietro e di San Paolo, mentre di Lorenzo Lippi il Cristo Benedicente, San Matteo e San Giovanni Evangelista eseguite per la Compagnia della Madonna della Neve che qui aveva un Oratorio. Alcuni anni fa grazie alla collaborazione dei diversi soggetti che vi hanno partecipato, la grande pala d’altare in terracotta invetriata raffigurante un “Presepe”, opera di Giovanni della Robbia datata 1513 e proveniente dalla Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo a Pescina, protagonista di un’ intricata vicenda, è stata infine ricomposta e restaurata per trovare qui la sua nuova e per il momento definitiva collocazione.